Siamo in Via Genova, in prossimità di Porta Molino davanti al Caffè Albenganese. Quello che oggi è il Piazzale Garibaldi e fino ad un anno fa vi era il Bar 2001.
Nel 1913 in Albenga si costituisce un Comitato di appassionati del volo che per il 30 Marzo organizza una “giornata aviatoria” con esibizioni “che l’aviatore Augusto Maicon eseguirà col proprio aeroplano in piazza d’armi”. Il Comitato tiene a precisare che “questa festa aviatoria farà concorrere in Albenga molte persone dei paesi circonvicini per assistere a questo spettacolo nuovo per questi dintorni”. La piazza d’armi è un vasto “gerbido” nella regione Cavallo a poche centinaia di metri da Porta Torlaro, tra il Centa e la via al Piemonte, destinata alle esercitazioni dei militari del Genio. Come previsto una folla immensa si accalca ai bordi del piazzale lasciando libero uno stretto e lungo spazio livellato per l’occasione e recintato. Nel primo pomeriggio l’atteso rombo nel cielo, mai sentito sinora in Albenga, attira verso l’alto migliaia di sguardi. Decine di mani si levano ad indicare il biplano che si abbassa con una brusca manovra verso terra. Il “Caudron” compie un paio di giri e alcune piroette a mezza quota salutate da grida di ammirato stupore, Poi dolcemente inizia la discesa, si avvicina al suolo, scorre rapido sul terreno e dopo un breve percorso si blocca all’estremità della pista. Augusto Maicon scende dall’aereom sale […]
Il 26 maggio 1895, centenario di San Filippo Neri, S.E. Mons. Allegro benedisse la prima pietra della nuova chiesa (visibile sotto il vetro a fianco della prima colonna a sinistra dell’altare) che l’anno seguente (26 maggio 1896) venne benedetta, inaugurata ed aperta al culto.
“Il dì 10 novembre (1886) alla stazione Principe di Genova si era in grande agitazione: si temeva che qualche disgrazia fosse accaduta, perché il treno raccoglitore che doveva giungere poco dopo le ore 6 dalla linea Ventimiglia, non era peranco arrivato e non se ve avea alcuna notizia. Intanto il capo stazione di Albenga telegrafava all’ispettorato principale di Genova, essendogli pervenuta notizia che il treno era precipitato in un torrente in seguito alla rottura di un ponte, che tutte le persone addette al servizio di questo erano rimaste vittima del disastro; e soggiungeva che si recava immediatamente sul posto per accertarsi del fatto, riservandosi di fornire telegraficamente precise notizie. Ad Albenga tutte le strade erano allagate; l’acqua inondava le botteghe e le case fino al primo piano. Ma altre persone domandavano soccorso. I cavalli e buoi venivano trascinati fino al secondo piano delle case per salvarle dalla spaventosa corrente del Centa, che aveva già inghiottito un disgraziato che non fu abbastanza sollecito a porsi in salvo. In quanto il treno ferroviario, Ecco come erano andate le cose. Il guardiano della linea fra i caselli numero 80 e 81, quantunque piovesse dirottamente, s’era recato tra le 4.30 e le cinque pom. a sopravvedere […]